A lezione di finger food da Mamà, una passione terapeutica

cioccolato da sciogliereEra da tempo che desideravo partecipare ad un corso di cucina, così, per mettermi alla prova e per scoprire nuovi segreti. Alla fine però ho sempre desistito, fino alla scorsa settimana, quando con Anto l’artista, abbiamo deciso di partecipare ad una lezione spot sui finger food dolci. La scuola è molto carina, si chiama Mamà ed è nel mio quartiere preferito, quindi è un ritorno alle origini che non posso perdere.

il menùCi prepariamo alla serata come se dovessimo affrontare un esame, l’ansia che sale, la voglia di dire “basta non entriamo” e tutto il repertorio. Poi però una volta scese dalla macchina e varcata la soglia della scuola, ci si apre un mondo nuovo. Tavolo in acciaio lungo e stretto, ad ogni sedia corrisponde un posto con tagliere di legno, grembiule, bicchieri e davanti un vassoio pieno di ingredienti. Mi guardo intorno e mi sento spaesata, ma contenta. Da un lato una parete che accoglie forni di ogni tipo, abbattitori e frigoriferi, dall’altra parte mensole piene di stoviglie. Poi una vetrata e dietro ancora un forno, un piano di lavoro, lavandini e teglie, planetarie, insomma tutto ciò che si può desiderare per cucinare al meglio.la tavola
Il titolare parla con grande entusiasmo di questa sua creatura che nel quartiere crea sinergie insospettabili tra i tanti artigiani del settore. Mi arriva una bella immagine di gente che lavora insieme, che costruisce qualcosa di nuovo, una bella sensazione davvero. Questo mi piace moltissimo e cerco di lasciarmi un po’ andare, ma confesso che la tensione è ancora alta. Poco dopo arriva lo chef, molto simpatico, comunicativo, ma anche molto professionale. Spiega come si svolgeranno il corso e la serata e rompe il ghiaccio con un bicchiere di prosecco e uno stuzzichino. Quindi si passa alla pratica e, ricette alla mano si comincia. Ma, al momento di mettere le mani in pasta, mi sento un pesce fuor d’acqua. Mi rendo conto che non sono pronta per questa terapia di gruppo. Voglio andare via, mi sembra di aver fatto un grandissimo errore, non mi piace nulla e non riesco a fare nulla. anto e forniQuindi mi fermo un attimo a pensare e capisco. Io sono abituata a cucinare da sola, non mi metto mai in discussione e mal tollero critiche e consigli. Mi guardo intorno e finalmente vedo la realtà. Intorno a me ci sono persone normalissime che hanno solo voglia di rilassarsi e magari farsi anche una risata se dovessero sbagliare la ricetta. C’è un po’ di tutto, la coppia di fidanzati, un padre con la figlia, due amiche, la zia con il nipote, marito e moglie, una ragazza da sola e poi io e Anto. Tutti molto carini, con un grande spirito collaborativo e tanta voglia di riuscire a fare qualcosa di bello, quindi finalmente metto da parte la mia diffidenza e, confesso, anche la mia superbia e mi lascio andare, dimentico di aver mai cucinato e serenamente mi prendo le sgridate dello chef per come giro l’impasto, ma anche i complementi per il risultato finale.la sacca
Il profumo del cioccolato, della vaniglia e di tutti gli altri ingredienti usati si è impossessato della sala rendendo ancor più piacevole trovarsi lì. E’ molto divertente sbirciare il lavoro degli altri, scoprire come si fa a rendere una crema soffice o una frittura perfetta. Lascio ad Anto tutto lo spazio possibile, anche perché è bellissimo vederla entusiasta all’idea di poter usare la sacca da pasticciere ed è fantastico passare del tempo insieme qui, facendo qualcosa solo per noi e per il puro piacere di farlo.artista che crea Io intanto mi dedico alle foto, poi rimetto mano all’impasto e alla fine il risultato è davvero sorprendente, tutti siamo riusciti a fare dei dolcetti bellissimi e anche molto buoni.
i nostri mini browniesQuando poi la serata è inevitabilmente finita, (inutile dire che siamo state le ultime a lasciare la sala) mi sono sentita leggera, felice, come dopo una lunga chiacchierata liberatoria, insomma ho scoperto con grande sorpresa che anche un corso di cucina può essere terapeutico soprattutto se si riesce a lasciar fuori dalla porta la diffidenza verso gli altri. Mi ha fatto davvero bene, penso che ci proverò ancora.

Mamà – Laboratorio di cucina
Via di Priscilla 15/17 – 00199 Roma
http://www.mamalaboratori.com

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2 pensieri su “A lezione di finger food da Mamà, una passione terapeutica

  1. Altroché! Cucinare con passione è vera terapia. Dare forma agli odori, ai sapori e a tutte le fantasie colorate e profumate. Brava Alessandra, sopratutto per il coraggio che hai avuto di condividere non solo il tuo successo finale nella preparazione dei dolcetti, ma anche quella parte di te che rimane un po restia al giudizio e al
    Lavoro di gruppo che credimi sopratutto nell’ arte della cucina e messa da parte con grande maestria.

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