Il cuoco e la sua terra, passione infinita

carote e zucchineAccendo la Tv, scorrono le immagini della Vita in Diretta, è tardi, quasi già pomeriggio, ma sono rientrata da poco e mentre preparo un’insalata post lezione di nuoto e penso di cambiare canale, la mia attenzione è catturata da un sorriso dolce, ma deciso e da una didascalia che recita più o meno così “realizzare il proprio sogno e decidere ad un certo punto di uscirne…”. Mi fermo, mi siedo e mentre mangio, ascolto, rapita, la storia di Pietro Parisi.

zucchero uova farinaInizia ad appassionarsi alla cucina da adolescente, s’impone velocemente grazie ad un grande talento e così, in pochissimi anni, è prima alla corte di Gualtiero Marchesi e poi vola verso Parigi da Alain Ducasse che se lo porta in giro per il mondo fino a Dubai. Fin qui, penso, ecco un altro super chef stellatissimo che pontifica e propone piatti improbabili. Poi mi si apre un mondo quando inizia a raccontare che, a 24 anni, con una carriera pazzesca davanti, decide di dire addio al mondo patinato degli alberghi a 7 stelle degli Emirati Arabi e torna nella sua terra. Una terra difficile, ma meravigliosa, quella Terra dei Fuochi da cui tutti fuggono. A questo punto non sto neanche più mangiando, lui è un faro nella notte, non riesco a credere che in una Tv che ci ha abituati a primedonne in giacca bianca che si sfidano senza necessità, che trattano male chiunque solo per fare audience, venga dato spazio ad un uomo tranquillo, che parla sottovoce di dignità e passione, che racconta delle sue origini contadine e mentre parla, mi rivedo bambina in campagna dai nonni che mangia merende simili alle sue, per lui pane, zucchero e limone, per me pane, olio e aceto.Crostata E il racconto diventa sempre più interessante: lasciata la ribalta, con Ducasse che gli chiede di pensarci bene, Pietro Parisi torna a casa e apre a Palma Campania il suo ristorante, “Era Ora”. Qui si dedica al recupero delle ricette antiche,ai prodotti del territorio, applica le regole del riciclo per cui in cucina non si butta via nulla, ma tutto, se sapientemente combinato può diventare un piatto gustoso. Ma non è tanto questo ad avermi fatto pensare che finalmente stavo ascoltando qualcuno davvero in gamba, quanto il suo progetto. Ha iniziato coltivando, grazie agli insegnamenti di sua nonna, la terra e oggi adopera solo quello che produce e, se all’inizio ad aiutarlo era la sua famiglia, oggi ha molti dipendenti e ha creato un gruppo di produttori che si impegnano quotidianamente per ridare dignità ad un territorio ferito nel profondo avvalendosi anche del lavoro dei detenuti di alcune case circondariali campane. Che dire, l’appellativo creato per lui di “Cuoco Contadino” è calzante e riduttivo al tempo stesso. Credo che Pietro Parisi sia oggi l’unico vero esempio da seguire per chiunque voglia avvicinarsi al mondo della ristorazione, meno riflettori, e più idee, meno prime serate e più in prima fila nei campi e in cucina.Patate e peperoni Ecco, ascoltando la sua storia mi è tornato l’amore per la cucina, mi sono tornati alla mente gli odori del ragù che sobbolle la domenica mattina e quello delle frittelle di patate con lo zucchero e la cannella e quei sapori sepolti nella memoria che non avevo più ritrovato, uno su tutti il profumo della colazione di quando ero piccola. Grazie Pietro per avermi restituito la gioia di riaccendere il forno e spegnere la Tv delle primedonne stellate. Prossimo passo, poter entrare nel suo regno e assaggiare i suoi piatti che, a giudicare dal sito, http://www.pietroparisi.it, devono essere davvero speciali.

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4 pensieri su “Il cuoco e la sua terra, passione infinita

  1. Storia davvero molto bella soprattutto perchè vera e genuina. Brava Alessandra a sottolinearlo e bravissimo Pietro Parisi, vero esempio da seguire!

  2. Alessandra, hai spiegato in maniera egregia Pietro Parisi ed il suo lavoro. Anche io l’ho visto allaTv e concordo pienamente.E’ una persona che merita grande rispetto ed ha tutta la mia ammirazione per l’umiltà il coraggio e la determinazione con cui ha realizzato il suo sogno.Credo che il segreto sia proprio questo: la capacità di sognare, la grande passione accompagnati dal desiderio di tornare alle origini innovando senza stravolgimenti.Ora bisogna assolutamente assaggiare i suoi piatti.Antonella

  3. Il carissimo Seneca affermava che si può vivere fino a 100 anni, ma averne vissuti veramente solo due se decidiamo di dare ascolto solo all ‘ importanza dell’ immagine, al desiderio di potere e di denaro. Ma non è il caso del nostro amico cuoco contadino, che dai grandi riflettori ha deciso di ritirarsi all ombra della sua cara terra e dare ascolto ai suoi autentici bisogni. Grazie Alessandra, per averci raccontato questa straordinaria storia che sembra non essere al passo con i tempi moderni, e per aver colto l’importanza del messaggio che ci restituisce, si può essere grandi nel desiderare cose piccole, perche se queste sono le cose che veramente vogliamo non ci saranno ostacoli per realizzarle

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