Il mio viaggio in Thailandia risale a molti anni fa. Immagino che oggi molto sia cambiato, ma molto sarà rimasto come un tempo. Al momento non mi interessa raccontare la contemporaneità delle cose, ma riportare alla memoria l’emozione, lo stupore di un luogo, una voce, un rumore, un sapore. Sono ore sospese quelle stiamo vivendo e ognuno di noi sta cercando il modo giusto per guardare avanti. Per me guardare avanti è ripensare al mio vissuto, ripercorrere, scrivendo, alcune tappe importanti.
Non posso ritornare a quei giorni e neanche lo voglio, ho scritto dei miei viaggi nell’immediato e non intendo andare a rileggere le sensazioni passate. Adesso tutto è diverso dentro di me ed è questo che voglio provare a raccontare, cosa mi è rimasto di quelle emozioni e se è vero che nei momenti difficili ritornano alla mente le cose più belle. Non ero molto convinta di voler affrontare tante ore di volo per andare a visitare un paese che sulla carta non aveva nessuna attrattiva ai miei occhi. Per ignoranza ho sempre avuto una certa difficoltà a confrontarmi con l’Oriente, ma come si sa, il lavoro è lavoro, e quindi, ho accantonato le mie perplessità e sono partita. L’impatto con Bangkok fu sorprendente, una città enorme, piena di luci e di gente, sospesa fra tradizioni antichissime e forti ventate di modernità.
Gentilezza ed eleganza sono le due parole che per me riassumono l’essenza di quel viaggio. La prima è una bandiera, l’ospite è sacro e il sorriso è una regola di vita. Non so se questo sia riservato ai turisti o se sia un modo di vivere, ma di certo posso dire che è bello trovarsi di fronte a persone sorridenti che fanno il possibile per rendere il soggiorno indimenticabile. L’eleganza è ovunque, anche in cucina. Qui, infatti, anche il piatto più semplice è un’esperienza indimenticabile, la cura del particolare, la presentazione del piatto, i colori, la frutta e la verdura intarsiate, sono uno spettacolo per gli occhi e l’equilibrio dei sapori rende una cena in Thailandia un momento davvero unico. Ricordo che già dalla prima colazione potevo essere certa che la giornata avrebbe riservato piacevolissime sorprese gastronomiche. Non parlo solo della varietà degli alimenti presenti sui buffet degli alberghi a prima mattina, ma anche di tantissimi metodi di cottura, fritture fatte al momento, zuppe calde, carni di ogni tipo, verdure al vapore, croissant e torte, il tutto strizzando l’occhio al design. Ogni volta che mi sedevo a tavola mi sembrava di partecipare ad un evento glamour. Uno dei piatti che mi è rimasto impresso è il pollo al basilico (Pad Kra Pao Gai), una pietanza molto gustosa e molto piccante, accompagnata da riso basmati. Ma ricordo anche che i locali, mentre noi occidentali iniziavamo la giornata con dolcetti e the, mangiavano un piatto di spaghetti di riso con gamberi piccantissimi, impossibile stare al loro passo. Ascoltarli raccontare la propria città era davvero molto coinvolgente: parole di rispetto e ammirazione per il re, devozione e tenerezza per i monumenti, soprattutto per quelli religiosi, in alcuni casi maestosi ed enormi. Ho visto persone passare ore ad intagliare fiori e frutti per offrirli alle divinità, piccoli gesti di immenso valore simbolico. Impossibile non visitare, a Bangkok, i giardini del Grand Palace (antica residenza della famiglia reale), palazzo che di notte mostra tutta la sua bellezza visibile da ogni parte della città. Parte importantissima della vita cittadina è il fiume con il suo mercato che mostra un lato diverso rispetto alla confortevole opulenza fin qui osservata. Il commercio avviene su piccole caratteristiche imbarcazioni, voci, rumori, merci, tutto accade molto velocemente, mentre sugli argini del fiume dalle palafitte si buttano in acqua i ragazzi.
Molte le famiglie che vivono qui, lontano dai fasti dei grandi alberghi e dei centri commerciali sfavillanti, ma questo è solo uno dei tanti contrasti di Bangkok a cui l’occhio del turista occidentale deve abituarsi. A distrarre lo sguardo ci pensa però la natura. Lasciata la capitale, il mio viaggio ha puntato dritto verso una delle isole più belle della Thailandia, Ko Samui. Natura selvaggia, spiagge, palmeti, una foresta pluviale che ospita una tra le più belle SPA che io abbia mai visto. Qui l’arte dell’accoglienza è espressa all’ennesima potenza, i massaggi en plein air tra una fitta vegetazione e per tetto solo bambù sono di altissimo livello per non parlare delle grotte climatizzate con docce di vapore. Non è facile ritornare alla realtà dopo una giornata passata all’insegna del benessere. Ricordo la bellezza della contemplazione della natura, i suoi rumori e i suoi colori, sorseggiando una tisana immersa in un’oasi talmente bella da essere quasi surreale e, in lontananza, il rumore del mare.
E indimenticabile è stata anche la cena, letteralmente piede in sabbia, su una spiaggia tra le più rinomate del luogo. L’accuratezza della tavola, la seta dei runner, i colori, i fiori, nulla è mai lasciato al caso quando si tratta di cibo in Thailandia. Il menù sull’isola punta tutto sul pesce, i piatti sono spesso elaborati, i sapori intensi e piccanti. Peperoncini, cocco, gamberi, pasta di riso, ogni portata è un trionfo prima per gli occhi e poi per il palato. Ecco, le cose che non dimenticherò mai della Thailandia sono, come già accennato all’inizio, l’eleganza, il senso estetico e l’armonia dei sapori che si fondono in un perfetto equilibrio rendendo il momento del pasto ogni volta unico e magnifico.
I disegni sono di Antonella Turchini
Articolo molto interessante 😉
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