Eri così maledettamente glamour e talmente concentrata su te stessa da non aver mai voluto aprire la porta al nostro affetto. Non hai mai riconosciuto in noi la tua famiglia, o non ti bastavamo o non ci reputavi alla tua altezza o semplicemente non lo eri tu e hai innalzato il tuo muro, dorato certamente, ma pur sempre muro tra te e noi.
E’ passato poco più di un mese da quella notte in cui sei volata via e ancora non riesco a rendermene conto. E’ incredibile, quando è successo a mamma, tua sorella, non ho avuto neanche la forza di pensare e a distanza di dieci anni faccio fatica ad accettare l’idea di parlare di lei su un blog e, infatti, non lo faccio. Ma con te è diverso, noi due abbiamo sempre avuto un rapporto difficile e conflittuale, ho passato anni della mia vita ad interrogarmi sul perché non ti piacessi e altri a detestarti. Poi il destino ci ha avvicinate e negli ultimi anni ho imparato a guardarti alla distanza, con altri occhi. Non più la superba, snob zia, tutta immagine e zero sostanza, ma una donna sola, arrabbiata con la vita, troppo arida per cedere ad un sorriso e all’affetto dei nipoti, ma sempre incline ad apparire dolce e splendente agli estranei. Il perché è facilmente intuibile, hai sempre dato un’importanza smodata al giudizio altrui e tenuto in nessun conto quello dei tuoi cari. Credo sia per questo che non ti riconosco nelle descrizioni sdolcinate che ho sentito su di te dalle persone che tu frequentavi. Eppure, il nostro legame era più forte di quanto io potessi immaginare, se adesso sono qui a scriverti, descriverti e cercare disperatamente un qualcosa che possa riscattarti. E allora, mentre provo a concentrarmi sui tuoi difetti, sulle cattiverie che hai fatto a tutti noi, mi vengono in mente sprazzi di tenerezza che, sia pur labili, hanno una grande forza e spazzano via i brutti ricordi. Ed è così che voglio ricordarti, un po’ svampita mentre prepari il tuo piatto forte, il gateau di patate.
Ricordi? L’ho anche inserito tra le ricette della bomboniera del mio matrimonio e l’idea ti piacque molto, salvo poi rinnegare tutto e dirmi che non avevi mai visto il mio librino. Ma questa è un’altra storia. La preparazione del piatto avveniva sempre d’estate al mare. Ti partiva il desiderio e in un attimo dovevamo esaudirlo. Quindi via di corsa a comprare latte, burro, patate, uova, parmigiano, mozzarella, prosciutto cotto, pan grattato.
E non dovevano mai essere ingredienti qualsiasi, ma il meglio su piazza di ogni singolo nome sulla lista della spesa. Vederti all’opera era molto divertente perché pur non essendo tu una cuoca provetta, ti muovevi su quel tavolo mescolando tutti gli ingredienti, al pari di un grande chef, creando alla fine un’alchimia di profumi e sapori meravigliosi che, se mi concentro, riesco ad avvertire anche ad occhi chiusi e cucina spenta.
Ci facevi pesare tutta la preparazione come se fosse un pranzo reale, ma il risultato devo dire era eccellente. Soffice ma anche compatto, delicato ma con tutti gli ingredienti giusti e senza mai risparmiare su nulla, talmente buono da essere spesso preda preferita di Talete (Golden Retriver di famiglia) e pietanza da sfoggiare ad ogni cena in giardino, tutti insieme. E tu eri sempre al centro della scena raccontando i tuoi viaggi pazzeschi tra mete incredibili, alberghi da fiaba accompagnata da consoli e ambasciatori. Che ridere! Sembravano racconti surreali e invece era tutto vero! Poi negli anni avevi cominciato a perdere colpi e da “mastra gattò di patate” eri diventata “matta creativa” ma molto divertente. La tua specialità a quel punto non aveva nella tua testa più bisogno del forno, “tanto tutti gli ingredienti sono già cotti”, ripetevi convinta. Ed ecco che il tuo gateau entra di diritto tra i miei piatti della memoria e del conforto, quelli che difficilmente eseguo, ma che nelle occasioni speciali mi piace riproporre ai miei affetti più cari. Mi piace credere che tu sia contenta di sapere che onoro la tua memoria in cucina, anche se sono certa che tu mi stia guardando con la tua solita aria di sufficienza criticando un po’ tutto nascondendo però un dolce sorriso. Ciao Tata
…l’ottimo gateau di patate ed i racconti del viaggio in Patagonia 🙂
Unica inimitabile zia Tata, ci mancherai.
Vabbè allora facciamolo questo gateau …… cerchiamo il meglio sul mercato e godiamocelo pensando alla zia Tata… Bacetti
Peccato, il gattò me lo sono perso, ma ho sempre apprezzato il suo stile e le sue battute taglienti. A questo punto non mi resta che recuperare la ricetta dal librino rinnegato e provare a farlo, certo…non sarà la stessa cosa.
Serate indimenticabili nel giardino di Casalvelino in compagnia di zia Tata…ci mancheranno i suoi racconti bizzarri ed i vostri simpatici battibecchi!
Me lo ricordo bene il suo gatto’!!! Effettivamente ottimo! Che soggetto mia cugina! Tranquilla Ale questa estate ci impegneremo per prepararne uno degno della sua memoria!!!
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